Basta con le stupidaggini dei DPCM e alcune sue elucubrazioni francamente esoteriche, come quelle sugli sconfinamenti regionali, sulle seconde case, sui campi da sci per turisti registrati, su 6-8 posti a tavola, su poliziotti che entrano in locali privati, su giacche a vento o cappotti rivoltati. Non servono a nulla, se non a indispettirci. Di regole insensate ce ne sono abbastanza, addirittura troppe. Sono regole e regolette fatte apposta per confondere e, soprattutto, foriere del pensiero pericolosissimo che, stando attenti a quelle regolette, tutto andrebbe meglio. Le regole, purtroppo svegliano quell’italico inconscio atteggiamento della regola buona per gli altri e non per sé stessi. Peraltro, le tante regole richiedono controlli, sanzioni, applicazione delle sanzioni. La richiesta di maggiori controlli, seppur necessari, diciamolo, sarebbe del tutto inutile. Impossibile che Carabinieri, Polizia e Vigili Urbani possano controllare 60 milioni di individui, con il rischio che diventino i cerberi della nostra vita quotidiana.
A questo aggiungasi un fatto nuovissimo: come comunicato dalle riviste mondiali mediche più prestigiose, si è infranto il sogno dei farmaci anti Covid: una pietra tombale, se ancora ce ne fosse stato bisogno, sull’utilità dell’ idrossiclorochina (Plaquenil); pietra tombale sul plasma iperimmune; e, infine, pietra tombale sul remdesivir; restano solo i cortisonici e le eparine; questo spiega l’alto numero di decessi di questo autunno-inverno infernale.
Questo significa che c’è una sola strada da perseguire:
Distanziamento, Distanziamento, Distanziamento.
E, su questo, Il Governo deve, una volta per tutte, saper costruire una comunicazione efficace ed efficiente, deve farla entrare nella testa dei più riottosi, dei faciloni, degli ignoranti, dei caproni, dei negazionisti, dei complottardi. Conseguentemente, il Cittadino, deve assumersi la responsabilità di comprendere la situazione e capire che medicine, al momento, non ce ne sono e, per buona parte del 2021, non ce ne saranno. Deve capire che tutto è nelle sue mani, nella sua capacità di adattarsi, nella sua capacità di sacrificio, nella sua capacità di essere cittadino nel vero senso della parola.