Il Trattato conta oltre 1246 pagine e c’è da scommettere che neanche i negoziatori hanno a mente per benino tutto quello che hanno sottoscritto. Di sicuro le valutazioni, anche a una attenta lettura, non possono essere matematiche, come dire che chiunque potrà dirla come gli piace. Solo il tempo dirà se la soluzione trovata avrà avvantaggiato gli europei o gli inglesi. Ciò premesso, però, alcune considerazioni, che prescindano dal contenuto del trattato, possono essere fatte.
In primis, diventa una barzelletta il ricordo di certe trasmissioni della BBC, la TV inglese, durante le quali, in presenza di nebbia sulla Manica, si affermava con orgoglio tutto anglosassone: “Il Continente è isolato”. Oggi, senza tema di smentita, ad essere isolata è la Gran Bretagna che, dopo la caduta di Trump, si trova completamente priva di qualsiasi sostegno internazionale.
Poi, con l’accordo che sancisce il distacco della Gran Bretagna dall’Europa, preponderanti saranno le forze centrifughe che, per mantenere i favorevoli contatti con l’Europa, vogliono la Scozia e l’Irlanda del Nord staccate dal Regno Unito . Questi paesi possono uscire dall’Unione Europea ma non possono uscire dal mercato dell’Unione Europea, pena la loro decadenza economica. È bastato l’avviso di una variante inglese del Covid-19 perché le migliaia di Tir bloccati sulle due sponde della Manica e gli scaffali dei supermercati semivuoti per le feste di fine anno abbiano fatto toccare con mano gli svantaggi della Brexit.
Infine, l’idea accarezzata da Johnson di un Occidente separato tra sfera anglosassone e sfera europea, con l’ingresso di Biden alla Casa Bianca, è andata in fumo.
Brexit, gioia per tutti, un po’ meno per gli inglesi.
