Grazie alla componente comunista, il Partito Democratico non è mai decollato, non ha mai avuto un suo successo personale, non ha mai brillato di luce propria. E il motivo è molto semplice: chiunque o qualunque componente politica, esterni alla galassia del defunto PCI o alla cosiddetta Ditta, sono stati mal digeriti, mal sopportati, mal tollerati. E’ successo con la Margherita di Rutelli, con Veltroni, mai comunista, con Renzi, chiaramente riformatore rispetto ai rigidi sistemi di D’Alema o Bersani. Eppure, è stato proprio con Rutelli, con Veltroni o con Renzi che il PD ha raggiunto consensi elettorali impensabili. Vale a dire che senza l’apporto di idee veramente democratiche, il corpaccione degli ex-pci non riesce ad esprimere alcun nuovo flusso di idee che siano congrue con il nuovo secolo, sempre radicato com’è con il passato novecento. Peraltro questo corpaccione, questa ditta, questa compagnia, questa associazione di caduti del muro di Berlino, mai hanno sopportato neanche tutti coloro o tutte le formazioni politiche che, senza integrarsi con loro, comunque combattevano o combattono da posizioni di sinistra. Valga per tutti l’esempio del Partito Socialista Italiano, che fosse guidato da Lombardi o da Nenni o da Pertini o da Bettino Craxi, per non parlare del Partito socialista democratico di Saragat. Hanno mal digerito tutti coloro che portavano delle nuove moderne idee, le hanno ingoiate per poi vomitarle. Pur di combattere chi operava all’interno o al loro fianco, per un ammodernamento della posizione politica alla luce degli sconvolgimenti mondiali, hanno favorito l’ascesa di forze antidemocratiche e populiste.
E veniamo all’oggi: pur di combattere un corpo a loro estraneo rappresentato da Matteo Renzi, stanno decidendo la propria auto-distruzione. Hanno dapprima impoverito il proprio partito detronizzando appunto Renzi che li aveva portati a valori assoluti inimmaginabili, favorendo la nascita e la crescita di un movimento populista senz’anima, se non quella ideologica del vaffa o dell’uno vale uno, mai peraltro applicata, che alla prima scelta ha preferito allearsi con il partito populista della Lega di Matteo Salvini. Sono così tornati all’opposizione. Se non fosse stato per Renzi che li ha riportati al governo, starebbero ancora all’opposizione a mordersi i gomiti e ci sarebbero rimasti per decenni. Poi, quasi obtorto collo, hanno accettato la supremazia di una avvocato, tal Giuseppe Conte, dapprima con circospezione e, poi, come folgorati sulla via di Damasco, lo hanno scelto come la nuova luce del progressismo.
Risultato? Il tal Giuseppe Conte potrebbe scegliere definitivamente la carriera politica e scendere in campo. I primi abborracciati sondaggi dicono che: il CD di Salvini e Meloni e Berlusconi salirebbe oltre ilo 50%, il M5S si assesterebbe sul 14%, Conte raccoglierebbe il 12% dei consensi, il PD scenderebbe a meno del 12%.
Un bel capolavoro politico, non c’è che dire.