S’usa dire che “verba volant e scripta manent” ma, mi sia consentito precisare, molto o tutto dipende da chi parla e chi scrive; dalla dignità, credibilità, decoro di chi parla e, viceversa di chi scrive che, capita spesso, disattende anche i contratti stipulati davanti a Dio o a un Notaio. Ebbene Mario Draghi ha la dignità, la credibilità e il decoro più che sufficienti perché quello che ha detto resti scolpito nel bronzo. Certo, avrà di che lottare e guerreggiare con i tanti strozzagola del parlamento italiano, avrà di che inventarsi perché le sue frasi si trasformino in realtà duratura nel tempo, ma non gli mancano la tenacia, la costanza e l’ostinazione perché questo accada. Le sue frasi, lette in Parlamento, in occasione della fiducia, sono state nette, senza se e senza ma. Una su tutte dà il senso della sua idea di politica alta, eminente, importante, rilevante: Vogliamo lasciare un buon pianeta e non solo una buona moneta, consapevole che l’ambiente in cui viviamo non può e non deve essere brutalizzato come avvenuto finora, dimentichi delle conseguenze disastrose che uno sviluppo economico incontrollato può causare. A questa frase ne sono seguite altre incisive, nette, marcate, decise che danno il senso della sua responsabilità nei confronti dei cittadini:
Politica economica e monetaria: «Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’ Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione».
Politica estera: «senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine. C’è solo l’inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere». E ancora: «Nei nostri rapporti internazionali questo governo sarà convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia: Unione europea, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite».Putin, caro alla lega e il presidente cinese “Ping”, caro al M5S, sono avvertiti.
Sanità ed Economia: «Alcuni pensano che la tragedia nella quale abbiamo vissuto per più di 12 mesi sia stata simile ad una lunga interruzione di corrente. Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così». Ecco perché non possono esistere due tempi: prima si sconfigge il virus (in un alternarsi di aperture/chiusure/ristori/cig/blocco dei licenziamenti) poi si riparte come prima, meglio di prima. Perché, spiega Draghi, è in campo «una domanda che non possiamo eludere quando aumentiamo il nostro debito pubblico senza aver speso e investito al meglio risorse che sono sempre scarse. Ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti».
Scuola: «non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà».
In definitiva Draghi, confermando l’esigenza di riforme su emigrazione, giustizia, pubblica amministrazione, che stanno tutte nella responsabilità indivisibile delle forze politiche, ha scritto, sottoscritto e letto una frase che raccoglie tutto il suo vero pensiero: Spero che i giovani italiani ci ringrazino per il nostro lavoro e non abbiano di che rimproverarci per il nostro egoismo.