Oramai è assodato. I dati parlano chiaro: l’eccesso di mortalità ha inciso esclusivamente sulla popolazione più anziana mentre per quella più giovane, sotto i 49 anni, si è registrato addirittura un decremento dovuto, probabilmente, ai vari lockdown che hanno implicitamente diminuito gli incidenti stradali e gli infortuni sul lavoro.
Tutto questo, grazie alla rilassatezza e alla strafottenza dei giovani o meno anziani e di diversi influencer alla Sgarbi (terrorismo mediatico, si è fatto tutto per finzione, finzione e bugia), alla Scanzi prima maniera (è solo un raffreddore, basta con questa fregnaccia della pandemia, salvo poi saltare la fila per vaccinarsi), alla Briatore (si muore di fame, non di coronavirus, sic), alla Santanché (non possiamo più ballare, provvedimento senza senso che non c’entra con l’aumento dei contagi).
Ma, cosa aberrante, si legge anche di chi si dice soddisfatto della situazione perché tutto ciò ha avuto notevoli effetti sul sistema pensionistico Inps con conseguente cancellazione di numerose pensioni proprio a causa della morte degli anziani. Orribile. Il 2020 in Italia, complice la pandemia da Sars-Cov2, secondo i dati registrati dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), si è verificato un «eccesso di mortalità» di oltre 100.000 unità. Le conseguenze economiche sul bilancio Inps sono rilevanti. Gli anni di vita potenzialmente persi dai morti per covid sono in media 13 anni per i 21.000 morti con 65-79 anni di età e in media 7 anni per i 79.000 morti con 80 e più anni. L’entità della minore spesa pensionistica complessiva, nel decennio 2020-2029, al netto delle nuove reversibilità, risulta per il bilancio dell’Inps di circa 11,9 miliardi di euro, cui vanno aggiunti i miliardi di risparmio per la minore spesa sanitaria (vecchiaia e malattie vanno a braccetto).
Viviamo, quindi, tra influencer cinici e disgustosi e politici che si fregano le mani pensando di poter utilizzare per il loro consenso elettorale i soldi risparmiati dall’Inps.
Una giornalista americana, Kyoko Hamada, di 42 anni, si è travestita da 80enne per condurre un’indagine. Qualcuno l’ha aiutata a portare la borsa della spesa o le ha aperto una porta, ma sono stati casi isolatissimi. Per lo più ha attraversato strade e ponti come una persona invisibile. La spiegazione di tutto ciò, come dichiarano psicologi e filosofi, sta nel fatto che l’era moderna ha creato le paratie generazionali: bambini con i bambini, giovani con i giovani, adulti con gli adulti, gli anziani con gli anziani, i vecchi nelle Rsa. A questo si aggiunge la cultura dell’oggi, sempre e comunque: valori dimenticati, tradizioni dissolte, culto del proprio corpo (chirurgia plastica a josa) per allontanare da sé stessi ogni segno illusorio del trascorrere del tempo.
Che nefandezza. Trattando i vecchi con rabbia, ignoranza, noncuranza, irritazione, i giovani si illudono di esorcizzare il problema della vecchiaia e di allontanarlo da loro. Peggio, dimenticano chi ha dato loro la vita, chi li ha cresciuti e chi ha consentito loro di vivere, oggi in Italia, liberi, dentro un sistema democratico in cui la libertà è un valore assoluto, salvo diventare un disvalore se coniugato in termini egoistici, egocentrici, individualistici, avari, prepotenti.