Un agente patogeno – il covid-10 – ha sconvolto le nostre vite, ha dilatato la percezione del tempo, ci ha confinati in casa. Una comunità intera è stata ferita. Ognuno in Italia ha pianto un morto fra i suoi cari o tra i suoi più stretti conoscenti. Non c’è quasi famiglia che sia stata risparmiata, direttamente o indirettamente; alcune hanno pagato un tributo altissimo, davvero terribile, non avendo potuto neanche stare vicino ai propri cari nel momento del trapasso o accompagnarli in un ultimo saluto. E per il secondo anno consecutivo, quelle che dovevano essere la feste della primavera, come la Pasqua e le sue le cerimonie ancestrali celebranti la rinascita del mondo, il sole che allunga le giornate, la natura che si rigenera rigogliosa, sono, oggi, giorni di mestizia e di contemplazione.

Pasqua è la festa più importante per i cristiani. Deriva dal greco: pascha, a sua volta dall’aramaico pasah e significa propriamente “passare oltre”, quindi “passaggio”. Gli Ebrei ricordavano il passaggio attraverso il mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione. Per i cristiani è la festa del passaggio, dalla morte alla vita, di Gesù Cristo. Assieme festa della primavera si celebra la resurrezione di Gesù Cristo. Si ripropone il tema del risveglio, si celebra la vita che vince la morte, il mondo che si rigenera dopo il periodo buio del freddo e della paura.

Grazie ai vaccini che il mondo scientifico ha messo a disposizione dell’umanità in un tempo estremamente ridotto, possiamo sperare che la Pasqua 2021 sia il passaggio dall’immane tragedia vissuta a una vita serena ritrovata. Si può guardare al futuro con un certo ottimismo.