Come tanti, oggi mi sento più europeo che italiano: mi sento offeso nello spirito e nel corpo per l’indecente messa in scena del turco Recep Tayyip Erdogan ai danni della nostra massima rappresentante europea Ursula von der Leyen. Una scena degna solo di un misogino, antifemminista, crudele governante di un popolo che non merita questo suo modo di gestire il potere. La scena è stata battezzata come sofagate (da sofà): infrangendo o dimenticando volutamente qualsiasi cerimoniale, il ‘Sultano’ turco indica alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, un divano a lato in secondo piano, e lascia i posti d’onore a sé stesso e al presidente del Consiglio europeo, l’ex premier belga Charles Michel che, in Europa, ricopre un ruolo politico decisamente minore. Due uomini sulle sedie dorate, una donna messa da parte. La von der Leyen resta attonita in piedi. Dopo qualche secondo di imbarazzo, in cui lo stesso Michel resta fermo senza reagire, la numero Uno della Commissione Ue emette un significativo Ehm e, per non peggiorare le cose, accetta di accomodarsi su un divano, ben distanziata da Erdogan e dallo stesso Michel. Lo fa preferendo dare priorità alle questioni di sostanza rispetto al protocollo.

Da una parte, la mossa di Erdogan parrebbe un voluto vergognoso incidente, l’ennesimo gesto di disprezzo verso le donne da parte di un presidente che sta portando il suo Paese sempre più verso l’islamismo radicale, unito ad un nazionalismo sempre più sfrontato ed evidente.
Deprimente e indegno, dall’altra, è il comportamento di  Michel che si siede senza fare una piega, con un mix avvilente di inconsapevolezza rispetto a quello che sta avvenendo sotto i suoi occhi.