Per chi non ne fosse a conoscenza, Ottaviano Del Turco fu segretario aggiunto della CGIL durante la segreteria di Luciano Lama; fu lui ad avere l’onore di tenere il discorso di commiato al funerale di Enrico Berlinguer, davanti a un milione di persone; fece battaglia dentro al PSI, di cui fu l’ultimo segretario nazionale nel 93-94, contro la corruzione. Proseguì, e gli fu fatale, la lotta contro la corruzione che imperversava nella sanità della Regione Abruzzo. In tre anni, al governo di quella Regione, come accertato dagli stessi suoi giudici, intervenne pesantemente e revocò alle cliniche private abruzzesi qualcosa come un centinaio di milioni di euro. Il Gruppo Angelini, con in testa il padrone Vincenzo Angelini, reagì violentemente con accuse infamanti che portarono all’arresto di Del Turco con l’accusa di associazione per delinquere, truffa, corruzione e concussione che, in primo grado, significò 10 anni di carcere.
Dopo un processo durato oltre 4 anni, questa montagna di chiacchiere pretestuose, gratuite, infondate, grossolanamente speculative, odiosamente saccenti, desolantemente insensate dal punto di vista tecnico-giuridico, si tramutò in una definitiva semplice condanna per induzione indebita, condanna peraltro illogica e ingiusta se rapportata ai fatti verificati, provati, appurati, accertati, documentati. Illogica perché Del Turco, il 2 novembre del 2007, avrebbe preso dei soldi da Angelini per favorire le sue cliniche; peccato che, a fine anno, Del Turco cancellò ad Angelini un credito di 23 milioni e avviò la fine della convenzione; ingiusta perché mai nessun euro è mai stato trovato dagli inquirenti riconducibili a Del Turco, pur setacciando mezzo mondo.
Di contro, si apprende che la Cassazione ha emesso la sentenza definitiva contro l’accusatore di Del Turco, Vincenzo Angelini, comminandogli 8 anni di reclusione e, udite, udite, la truffa per la quale è stato condannato fu scoperta dalla giunta Del Turco.
In definitiva, ad occhio, Del Turco pagò cara la sua scoperta perchè finì affondato dalle accuse di Angelini, alle quali i giudici credettero, pur senza riscontri.
A queste miserrime vicende, tragiche per chi le ha vissute, se ne aggiunge una fastidiosa fino alla vergogna: la politica, attraverso il Movimento 5S e il suo codazzo giornalistico capeggiato dal Travaglio nazionale, continua a parlare di Del Turco come un tangentaro e, forti di convinzioni infantili, vorrebbe anche negare la pensione a un uomo come del Turco accusato ingiustamente da un truffatore. Oggi Del Turco è sfortunatamente malato di Alzheimer, fortunatamente è incosciente di fronte a queste vergogne nazionali.
La malvagità del vaffa è l’ultimo tassello rimasto in piedi delle originarie idee del Movimento 5S.