Per chi non ha avuto modo di seguire le opache questioni che stanno travolgendo la Magistratura Italiana, ecco un breve riepilogo: un magistrato di Milano, Paolo Storari, conduce delle indagini con altri colleghi e acquisisce le confessioni dell’Avv. Amara che denuncia l’esistenza di logge massoniche composte da magistrati, imprenditori e politici che interferiscono con il corretto funzionamento della giustizia in Italia. I verbali relativi restano a disposizione della magistratura di Milano per alcuni mesi. Storari non accetta la mancanza di investigazione successiva a quelle dichiarazioni, scarica i verbali dal suo computer e, in barba al segreto istruttorio, li passa al famosissimo magistrato Davigo. Questi, pensando che le mancate iscrizioni nel registro degli indagati dei personaggi coinvolti nelle vicende denunciate dall’avv. Amara fossero “incomprensibili“, pensa bene di informare informalmente alcuni componenti del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) e il Procuratore Generale. Alla osservazione che quei verbali fossero secretati, Davigo risponde: il segreto investigativo, per espressa circolare del Csm, non è opponibile in Csm“. All’altra osservazione se non avesse suggerito a Storari di seguire le vie formali, cioè inviare copia degli atti con un esposto al Csm,  Davigo risponde: “Non si potevano seguire le vie formali. Qualunque strada formale avrebbe comportato il disvelamento di tutta la vicenda. C’era la necessità di informare i componenti del Comitato di presidenza, perché questo dicono le circolari, in maniera diretta e sicura”.

Ebbene, queste interpretazioni del Magistrato Davigo vengono contestate da un altro famoso Magistrato, Edmondo Bruti Liberati che  fatto parte del Csm, è stato presidente dell’Anm, ha guidato la Procura di Milano dal 2010 al 2015, quando è andato in pensione lasciando il posto a Francesco Greco. 

Alla domanda sulla vicenda Storari e se Davigo abbia operato nel rispetto delle regole, Liberati risponde:  «Per me è una vicenda incomprensibile. Su quali debbano essere i rapporti tra il Csm e le indagini e i processi c’è una circolare del 1994». «Questa circolare va letta interamente. Il principio generale è netto. Al Csm è precluso ogni intervento sul merito di indagini e processi, ma può e deve acquisire notizie su procedimenti penali in corso, anche se coperti dal segreto investigativo, quando riguardano profili disciplinari, trasferimento di magistrati per incompatibilità ambientale e criteri di organizzazione degli uffici. Dice che spetta all’ufficio del pm valutare le ragioni che possono rendere inopportuna, in una determinata fase, la comunicazione di notizie che possano compromettere lo sviluppo delle indagini. È accaduto che, anche senza richiesta, i procuratori abbiano comunicato immediatamente le notizie o abbiano ritardato. In altri casi, a richiesta del Csm, hanno subito adempiuto o si sono riservati di farlo appena cessate le esigenze investigative. Le notizie che il Consiglio acquisisce sono coperte dal segreto al quale è vincolato di conseguenza ogni componente. La circolare, ovviamente, non prevede un’eventuale irrituale acquisizione diretta di notizie da parte di un singolo consigliere». 

Non si può non essere preoccupati per quanto sta accadendo e di cosa deve essere accaduto in passato in seno a un potere dello Stato, qual è quello della Magistratura che dovrebbe avere comportamenti omogenei e rassicuranti.