Letta si è ri-affacciato al mondo della politica con tre messaggi molto forti:
- le donne, in politica, devono avere maggiori soddisfazioni. Oggi ottengono meno di quello che meritano.
- Lo ius soli (diritto alla cittadinanza per essere nati sul suolo italiano, indipendentemente dalla nazionalità dei genitori). In proposito ha dichiarato: “Io sarei molto felice se il governo di Mario Draghi, tutti insieme, senza polemiche, fosse quello in cui dar vita alla normativa dello “ius soli” che voglio qui rilanciare”.
- Tassa di successione. Paghi la tassa alla sua morte il cittadino che ha un buon reddito, per creare un fondo a favore dei giovani.
Domanda: c’era bisogno di Letta per parlare di questi argomenti? Non bastavano un Orlando o un Zingaretti o un Bersani o un Bettini, tutti teleguidati da D’Alema? Ma si, forse c’era bisogno di Letta per dimostrare ancora una volta che nulla cambia sotto il sole di una sinistra preoccupata solo di riaffermare vecchie sorpassate ideologie del vecchio PCI-PDS-DS, noncuranti di distruggere le carriere di Veltroni, Rutelli, Renzi, proiettati, questi, a superare le loro fantasie novecentesche.
Ovviamente, i liberal democratici che si erano avvicinati al PD nella speranza che fosse tramontato il sogno assurdo e impossibile de “Il Sol dell’Avvenire” di “sinistra” memoria, restano sempre più perplessi e preoccupati e sempre più prendono le distanza da queste impostazioni che appaiono interessanti, generose, socialmente importanti, ma del tutto lontane dal sentire comune del popolo italiano che chiede sicurezza per sé contro una immigrazione incontrollata, minori tasse e non nuove tasse, la meritocrazia e non scelte settoriali per categorie.
Succede così che, sulla questione donne, dopo un primo abborracciato successo per dar un maggior risalto alle donne in parlamento, nominandone due come capigruppo della Camera e del Senato, c’è mare piatto nella scelta delle candidature per le prossime amministrative in grandi città italiane dove i candidati sono tutti maschili. Sullo ius soli, una larga parte dei parlamentari dello stesso PD si interrogano sul perché di questa deriva di Enrico Letta. Sulla tassa si successione, poi, è stato Draghi a rispedire la proposta al mittente, dichiarando: questo è il momento di dare soldi ai cittadini italiani, non di prelevarlo.
In definitiva, Enrico Letta, ri-trasportato da un’aula universitaria, dove dimostrava molta bravura, alla politica, ci dice come sia vera quella storiella sui due vitelli, che affascinati da una vitellina, prendono una rincorsa per raggiungerla. C’è da saltare uno steccato. Uno ce la fa, l’altro, nel salto, perde i testicoli. Si butta a terra dolorante e sanguinante: ora, cosa farò, cosa diventa la mia vita. Il vitello, con i testicolo a posto, gli si avvicina e gli dice: dai, non preoccuparti, farai il consulente.