Non c’è stato niente da fare. Ci han provato in tanti a smuovere il moloch delle asserzioni comuniste che hanno provocato morte e distruzioni nel novecento non meno gravi di quelle provocate dal nazismo. In Italia è sopravvissuto il Comunismo Italiano che, rapportato al Comunismo Sovietico, è stato come il Fascismo al Nazismo. Questo è stato possibile grazie a figure carismatiche come quelle di Enrico Berlinguer e Luciano Lama i quali seppero in tempo prendere le distanze da Breznev e Compagni. Purtroppo, scomparsi loro per morte naturale, sono rimasti in campo mezze figure che ripetono pappagallescamente le apprese nozioni marxiste (tipico dei comunisti d’antan che operano a sinistra del PD) oppure reggono e manovrano l’ex apparato comunista che, in forme camaleontiche, continua a sopravvivere e a imperversare dentro le istituzioni italiane ed europee (tipico di ex comunisti che operano, dalemianamente, dentro il PD). Tutti coloro che hanno tentato, in qualche modo, di incrinare quel fronte ci han rimesso le penne con tutti gli interessi. Ci provò inutilmente Nenni, poi fu la volta di Craxi, poi di Rutelli, infine di Renzi. Tutti rispediti al mittente con perdite gravissime fatte di calunnie, diffamazioni, insinuazioni, discredito, menzogne e maldicenze, in puro stile comunista, ripreso e ampliato da un genio del veleno: Travaglio. Non c’è stato spazio per una revisione profonda del pensiero dominante sinistrorso. È stato impossibile qualsiasi aggancio con la reale situazione italiana europea e mondiale. La conseguenza è stata la rincorsa a salvare il potere in tutte le forme possibili, nello Stato e negli Enti Pubblici. L’ideologia, la difesa dei deboli e dei dimenticati è diventata una accozzaglia di frasi fatte senza costrutto e senza ancoraggio alcuno alle situazioni che il popolo vive nella sua quotidianità. Ne è venuto fuori un vestito all’apparenza democratico. Ma solo all’apparenza, perché, in effetti, pieno di toppe colorate o da colorare a seconda del momento. Un vestito frusto, abusato, banale, logoro, trito.
Prendete il caso dei migranti. Il PD li difende ad oltranza. Lo stesso nuovo Segretario Enrico Letta, nel suo discorso di insediamento alla segreteria fa subito menzione dello ius soli e, come prima mossa, incontra Oscar Camps di Open Arms e si mostra favorevole al ricevimento dei migranti senza se e senza ma. Sarebbero loro il popolo degli svantaggiati. Purtroppo, in questo ragionamento da salotto chic, mancano le tante troppe periferie e tanti altri luoghi degradati del paese, i primi ad essere aggrediti, in tutti i sensi, dalla situazione di povertà e ignoranza dei migranti.
Prendete il caso del covid e delle necessarie chiusure per problemi sanitari e delle necessarie aperture per problemi economici. Anche qui, il Pd e la sinistra individuano i deboli solo con i malati e si dichiarano continuamente a favore delle chiusure, per aprire il più tardi possibile. Questa posizione è giustificata (comprensibilmente) con la tutela prioritaria della vita rispetto al business. Che sarebbe di sinistra. Ma se la sinistra deve proteggere i più svantaggiati la cosa è quantomeno discutibile. La posizione in questione infatti protegge i garantiti, per esempio quelli con stipendio fisso, rispetto ai non garantiti, per esempio quelli che devono uscire la mattina per guadagnare la giornata. Ed è più che probabile che tra costoro ci siano molti di coloro che stanno peggio.
Prendete il caso del blocco dei licenziamenti. Chiunque abbia letto le prime nozioni di economia sa che un’impresa, per sopravvivere, deve confrontarsi con la concorrenza. Una impresa congelata nella struttura, negli uomini e negli organigrammi è destinata a fallire. Il blocco dei licenziamenti aiuta solo gli imprenditori incapaci, danneggia, viceversa le imprese capaci e i lavoratori di dette imprese. Anche qui, il PD e la sinistra tutta si schierano a fianco di Landini e della CGIL in una visione miope del paese. Anche qui, a favore di chi un lavoro ce l’ha contro chi non ce l’ha e rischia di non averlo mai…
Per non parlare della questione della omotransfobia. Mesi a discutere di questa questione come fosse la risoluzione di tutti i mali del mondo, con disprezzo, da parte del PD e della sinistra tutta, delle apprensioni di larga parte della società che si vede sopraffatta da salottieri delle Tv o dagli influencer dei social.
La cosa più grave e inaccettabile sta nel fatto che i dirigenti politici della Sinistra tramettono questi loro messaggi con la spocchia di chi crede di aver creato il mondo e con l’animo tipico di chi si sente chiamato dal destino a indottrinare le popolazioni “ignoranti”. Per loro, il concetto di libertà è inensistente.