Scritto di Gigi Proietti
Stavo rileggendo la lettera del Card Marx a Papa Francesco del 21 maggio scorso. La struttura del testo non e’ perfetta, ci sono ripetizioni, viene fuori un carattere quasi irruento e istintivo dell’estensore, ma cio’ depone a favore della sincerita’ degli intenti.La sostanza dei concetti, l’analisi della situazione della Chiesa Cattolica (“ad un punto morto”), le cause che hanno, secondo Marx, portato a questo stato di cose, le colpe dei “Pastori”: sono tali passi a farmi riflettere, dal giorno della pubblicazione.
Sono cattolico praticante, ma difendo a spada tratta la mia laicita’ e tutte le cose belle che ho incontrato nei miei studi, classici e scientifici.Inoltre amo arricchire le mie esperienze di vita profonde e autentiche, cioe’ quelle che, in 60 anni di volontariato, non mi hanno tradito ne’ hanno frenato la mia/nostra (con Marina) volonta’ di crescere e andare verso l’Esatto e il Vero. Le esperienze nelle periferie profonde di questa Chiesa (tra Milani, don Mazzolari, don Zeno, p.Turoldo, p.Sorge, dom Franzoni, convegni sui mali di Roma post-Concilio Vaticano II) ci hanno rafforzato nei pochi, ma fondamentali, valori che accompagnano ancora la nostra vita. E di questo siamo grati alle Comunita’, libere, laiche, non settarie, ne’ fanatiche, ne’ chiuse, che ci hanno sempre accolto. Abbiamo conosciuto ottimi Preti, fratelli, pastori senza bastone, che avevano sempre tempo per chiamarti e chiederti come tu stessi, che mettevano a disposizione di tutti le loro riflessioni, talvolta tormentate, sull’evoluzione del “segno dei tempi” e sui grandi cambiamenti che la nostra generazione doveva saper cogliere. Poi si tornava allo studio, al lavoro, alla vita, come “luoghi dove i nostri valori dovevano essere incarnati”. Non ci interessava molto, ne’ a dire la verita’, vibrava molto dentro di noi, cosa succedesse nelle alte sfere: il Governo, i Presidenti e i Direttori Generali, i Vescovi e i Cardinali, anche se ne conoscevamo parecchi personalmente.Questi signori facevano parte delle Istituzioni, degli Enti predisposti a difendere qualcosa, ad accrescere il potere di non so che, a rappresentare di fronte a tutti non so cosa…Non era quello il “seed” dei nostri bellissimi giorni e della crescita personale e familiare. La nostra sinfonia , alla Von Balthasar, la ascoltavamo in altre aule, in altri siti, nelle periferie…delle Istituzioni.
Ma adesso arriva una lettera di uno dei piu’ illustri e potenti Cardinali di Santa Romana Chiesa, da noi “post-Conciliari” stimato, nella gestione di una Conferenza Episcopale difficile, come la Tedesca, che si rivolge al Papa affermando che Lui, come gli altri Vescovi, hanno pensato troppo alle Istituzioni e poco al loro essere Pastori.e’ li’ la loro colpa. Che vuol dire? Che tra poco finalmente anche le nostre periferie saranno abitate dai Vescovi, magari senza vestiti rossi vermigli come il Sangue, che la Chiesa molla tutti gli orpelli e le sovrastrutture che la Sua Storia “istituzionale” poco edificante Le ha lasciato in eredita’, che torniamo alle origini della Parola che si fa Carne per Tutti Tutti gli uomini, anche quelli dimenticati?
E magari questa strada potrebbe essere aperta e praticabile pure per i Politicanti delle nostre povere Istituzioni, qusi tutte infette e da vaccinare, fatte di privilegi, sopprusi, raccomandazioni, logge segrete e palesi,etc . Se anche loro tornassero tra gli uomini veri e scordati ed insegnassero ai loro lacche’ che e’ finita la pacchia e che bisogna rientrare nella realta’: equita’, meritocrazia, misurazione di quanto effettivamente si spende e si realizza, realizzazione di riforme sistemiche per tutti tutti …?
Eh si’, perche’ o e’ questo il significato della lettera del Card Marx, o non si spiegano le sue dimissioni: un Vescovo, un Cardinale che ha giurato fedelta’ alla sua Chiesa fino a versare per Essa l’ultima goccia del suo sangue vermiglio, NON DA’ LE DIMISSIONI, non molla, non lascia il Popolo di Dio, ma propone in modo forte al Papa un Sinodo, per rivoluzionare le cattive usanze: abbattiamo le Istituzioni non strettamente funzionali, facciamo, anche qui, riforme coraggiose (sempre le stesse, semplificazione, giudiziaria, pubblica gestione e controllo, governance..), ma soprattutto insegnamo a vivere la Parola, anche ai preti (perche’ non farli sposare, cosi’ le loro mogli li normalizzano..?.) e agli ultimi.
Poi se qualcuno alla fine non scopre la fede e non ci crede, almeno capisce un metodo per raggiungere i “suoi personali” valori, agnostici si’, ma sempre valori, perche’ crescano tutti.
Gigi Proietti