Il Bispensiero o Bipensiero (come esplicita artsandculture.google) è un termine in neolingua, ovvero la lingua immaginaria utilizzata dai membri del partito del Grande Fratello nel romanzo di George Orwell di fantascienza, “1984”, che indica il meccanismo mentale che consente di ritenere vero un qualunque concetto e il suo opposto a seconda della volontà del Partito, dimenticando nel medesimo istante, aspetto questo fondamentale, il cambio di opinione e perfino l’atto stesso del dimenticare. In altri termini, per Orwell, la tecnica del “bipensiero” (doublethink), è quel processo attraverso cui un governo dittatoriale riesce a far credere ai propri sudditi due verità tra loro contrapposte, contemporaneamente .

Questo concetto di Orwell torna prepotentemente in mente a tutti noi ascoltando i discorsi di Putin e della sua banda.
Giorni fa, ad esempio, dopo l’incontro avvenuto in Turchia tra il ministro degli Esteri russo Sergey V. Lavrov e il suo collega ucraino, proprio Lavrov ha descritto i carri armati che accerchiano le città ucraine e le bombe che le devastano come «un’operazione speciale» e non come un’invasione di uno Stato sovrano. E, in puro stile orwelliano più sopra descritto, ha aggiunto: «Non abbiamo intenzione di attaccare altri Paesi. Non abbiamo nemmeno attaccato l’Ucraina».
E proprio ieri, Putin in persona ha detto: L’Ucraina sta violando i diritti umanitari universali. Da restare basiti, interdetti, sconcertati, scioccati, turbati.
L’aspetto parossistico, al limite del ridicolo, se non fosse tragico e drammatico, è dato, come rivela Aldo Grasso sul Corriere, dal fatto che non pochi «pacifisti cinici» (copyright Paolo Mieli) imperversano nei nostri talk per esibire tracotanza accademica e concupiscenze dogmatiche ovvero desiderio smodato di fare affermazioni spacciandole per dogma ovvero verità assolute e indiscutibili rivelate da Dio, fregandosene del fatto che, così facendo, gettano nell’arena della discussione semi tossici di giustificazionismo dell’azione criminale di Putin.