
Berlusconi il sordo
Lei vestita di bianco di pizzo francese, lui, Silvio, in abito blu Armani, si sono scambiate le fedi in un matrimonio pieno di romanticherie, ma privo di sostanza (del matrimonio manca il certificato ufficiale). Tutto molto romantico se non fosse per il fatto che oggi la parola romanticismo riporta alla mente una filosofia che, in amore, suona dolcezza, delicatezza, sensibilità, ma, in una comunità, risuona come sogno di grandezza, ideale di supremazia, nazionalismo e, stante la guerra in atto tra Russia e Ucraina, torna alla mente l’amicizia spinta oltre ogni decoro di Berlusconi con Putin. Resta famosissima l’accoglienza che Silvio riservò al suo amato Vladimir in quel di Sardegna con tanto di canti, cori, balli e …. lettone russo regalato da Putin al suo amico che ora, con le orecchie piene di canzoni e cantate, è sordo a ogni richiamo di umanità, canta e balla ma di guerra e di Putin non ama sentir parlare.

Salvini, il cieco
Solo Salvini, unico politico di altri partiti, ha partecipato al matrimonio di Berlusconi. Arrivato tra gli ultimi, è stato omaggiato in pubblico dal Cavaliere: «Lui è l’unico leader vero che c’è in Italia: è sincero, è una persona sincera, per questo lo ammiro e gli voglio molto bene». Alla faccia!!! Queste concionerie sono degne di un Bertoldo qualsiasi, visto che Salvini è stato il più cieco di tutti nell’individuare in Putin l’uomo della Provvidenza. Il 9 maggio 2015 Salvini pubblicava due foto al fianco di Putin, con la didascalia più chiara possibile: «Io sto con lui». In occasione dell’invasione della Crimea da parte della Russia: «Sanzioni contro la Russia, follia dei cretini UE e di Renzi! Io sto con #PUTIN, via le sanzioni!». Sempre nel 2015, pochi giorni dopo gli attentati di Parigi: il leader della Lega si fa fotografare al Parlamento europeo di Strasburgo con una t-shirt con volto di Putin e didascalia: «Qui Strasburgo. È appena intervenuto Mattarella, che ha detto che chiudere e controllare le frontiere non serve. No, certo, facciamo entrare altri milioni di immigrati… Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!». Nel 2018 si augurava che «i russi rieleggano il presidente Putin, uno dei migliori uomini politici della nostra epoca, e che tutti rispettino il voto democratico dei cittadini».
Ora, Salvini, davanti allo scempio che Putin sta facendo di ogni briciolo di umanità, pare che stia riacquistando la vista ma cammina a tentoni, brancola nelle sue nebbie cerebrali, svicola, tergiversa, sfugge, balbetta.
Grillo il muto.
Grillo non è stato invitato al matrimonio di Berlusconi ma deve essersi sentito in amorosi sensi con lui. Infatti, non molto tempo fa diceva: «Putin? La politica internazionale ha bisogno di uomini di Stato forti come lui», e ammoniva: «Basta con la russofobia». Considerava Putin un beneficio per l’umanità: «La politica estera degli Stati Uniti è stata un disastro sotto Obama. Se Trump ha voglia di convergere con Putin, di rimettere le cose sulla giusta strada, non può che avere il nostro appoggio. Due giganti come loro che dialogano: è il sogno di tutto il mondo!». Che fine ha fatto, ora Grillo. Scrive di tutto, dell’assegno universale, dell’energia a costo zero, degli umanoidi, di Marte ….. ma gli sfugge il nome Putin, gli sfugge la parola Ucraina, gli sfugge il terrorismo di Stato che la Russia sta scatenando contro popolazioni inermi che chiedono solo di potersi sentire liberi a casa loro.
Enzo C. Delli Quadri