Nel suo romanzo, “Uno, Nessuno e Centomila, Luigi Pirandello ci mostra il personaggio Vitangelo Moscarda, che, un mattino, scopre di non conoscersi, di non essere una persona, di indossare centomila maschere, una per ogni persona che conosce e una anche per sé stesso. Vitangelo Moscarda è uno, è tanti e allo stesso tempo è nessuno. È crisi dell’individuo, in conflitto con la realtà e con sé stesso. Interviene allora la follia, unica via di scampo. Al Moscarda non resta che rinunciare a ogni identità, chiudersi in un ospizio e abbandonarsi a una vita vegetale.

Sto esagerando, nel pensare che Giuseppe Conte sia molto vicino al personaggio di Vitangelo Moscarda? Non credo se osserviamo il modo di essere e di comportarsi dell’ex-premier italiano, persona sicuramente gentile, affabile, con tante mamme pronte ad accoglierlo come genero, ma decisamente ondivago e inaffidabile in politica.

Infatti, è noto a tutti come sia arrivato a ricoprire la carica di premier del governo italiano; evito di ripercorrere il percorso da ignoto avvocato a primo cittadino italiano. È noto, altresì, come, da uomo dichiaratosi progressista, non abbia battuto ciglia a presiedere un governo giallo-verde, M5S di Grillo  e Lega di Salvini, difficilmente collocabile a sinistra o nel centro-sinistra, visto i decreti sicurezza e la politica immigratoria perseguita dal ministro degli interni.

È nota a tutti la vicenda che portò Conte a umiliare in parlamento Matteo Salvini, reo di aver chiesto pieni poteri, com’è noto a tutti il percorso che portò alla formazione del governo giallo-rosso e alla sua successiva incoronazione a capo di tutti i progressisti del mondo.

Ci sarebbero da menzionare tante altre situazioni che dimostrerebbero l’uno e il centomila di Conte, ma sarebbe troppo lunga la dissertazione. Per cui, mi limito alle ultime vicende politiche: l’aumento delle spese per armamento. Ieri ha dichiarato: in Parlamento voteremo no a detto aumento. 

Di fronte a questa affermazione si resta basiti perché a) detto aumento scende da accordi internazionali sottoscritti  dai nostri governi, anche i suoi; b) il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, del suo stesso movimento, ha difeso la decisione dell’aumento con parole chiare «il Movimento è una forza di governo che deve saper rispettare gli impegni, in linea con la sua collocazione. Che per me è chiara», aggiungendo: «la posizione di Conte è inaccettabile»; c) Giuseppe Conte, non sollecitato, aumentò le spese militari durante il governo Conte 1 e sottoscrisse un ulteriore aumento durante il governo Conte 2.

Da sinistra, in senso orario: Conte con Salvini, Conte con Zingaretti, Conte pro armi, Conte contro le armi con Travaglio

Giuseppe Conte era uno (avvocato), è diventato tanti, rischia di diventare nessuno.

Enzo C. Delli Quadri