Si usa dire che «la matematica non è un’opinione».
Purtroppo anche la matematica diventa una opinione quando si passa da valori assoluti a valori relativi: dire che in Italia i poveri sono passati da 4 milioni a 5 milioni, si dice una verità indiscutibile in termini assoluti ma se, entrando in una eventuale valutazione, si aggiunge: in Italia è aumentata la povertà, quella verità diventa una sonora sciocchezza. Infatti, se i 4 milioni sono rapportati a una popolazione di 50 milioni mentre i 5 a una popolazione di 80, si nota subito che la povertà passa dall’8% al 6,25% e, quindi, i poveri sono, sì, più numerosi ma la povertà è diminuita.

Tutta questa premessa per dire che trovo veramente patetico il neo-grillino Giuseppe Conte , che, di fronte al risultato positivo del 94% riportato dallo stesso nella votazione dei 5S tesa a scegliere di nuovo chi debba essere il loro capo politico (dopo l’intervento della magistratura), ha esultato a braccia alzate per dichiarare a voce alta: “Gli iscritti del Movimento 5 Stelle mi hanno riconfermato con un’indicazione forte e chiara”. Lo si può comprendere, cosa poteva dire di diverso? Peraltro 94,19 % è un dato incontrovertibile, maggioranza schiacciante.
Ma, come si diceva in premessa, questa non e una verità assoluta, anzi è una non verità. Purtroppo molti, troppi saranno convinti che sia cosi. Se approfondissero la questione scoprirebbero che alla consultazione online hanno preso parte 59.047 persone su un totale di 130.570 aventi diritto al voto, con una affluenza, quindi, pari solo al 45% circa e, di detti votanti, solo 55.618, ossia il 94,19%, hanno votato si. Ciò detto, basta rapportare i 55.618 voti espressi favorevolmente ai 130.570 iscritti e si ottiene un misero 42,50% e scoprire,quindi, che Giuseppe è un capo politico più che dimezzato.
Pertanto, i suoi toni roboanti sono del tutto ingiustificati e, quanto prima, monterà la panna di chi (Luigi Di Maio in primis)gli contesterà questi dati
Enzo C. Delli Quadri