Il filibustiere è un pirata, un predone dei mari. Da tempo, il termine ha preso anche il significato di persona priva di scrupoli, cinica o spregiudicata, con una sfumatura di affettuosa simpatia di persona furba. 
Questo è quel che è diventato Giuseppe Conte dopo che fu sloggiato da Palazzo Chigi per essere sostituito con Mario Draghi.
E non è fantasia o supposta antipatia o supposta malevolenza nei suoi confronti. Esistono fatti e situazioni, lì a dimostrarlo.

Si prenda il caso delle armi. Tutte le convenzioni internazionali, con annesso diritto internazionale, condannano, senza se e senza ma, l’azione spregiudicata, banditesca, efferata quale l’invasione e conseguente occupazione di uno stato sovrano da parte di altro stato sovrano. Dette convenzioni obbligano moralmente e giustificano giurisdizionalmente  il resto del mondo ad aiutare l’aggredito con l’invio di armi. L’Italia, insieme a tutti i paesi democratici del mondo (ripeto, democratici), ha operato in tal senso, mettendosi, per una volta, nella parte giusta della storia. 
Il nostro filibustiere, che fa? 
Prima, strumentalizzando un uomo di vera pace come il Papa,  strilla come un’oca del Campidoglio contro un previsto aumento della spesa militare (approvata inoltre da tutti i paese della Nato) dimenticando che lui stesso, da premier, l’aveva aumentata proprio nell’ottica di giungere al 2% del PIL.
Poi, ha fatto ridere tutto il mondo, distinguendo tra armi difensive e armi offensive,  per cui, le prime potevano essere inviate, le seconde, no. E ancora, si dichiara d’accordo a inviare armi per la difesa degli ucraini, ma non se sono in grado «di neutralizzare le postazioni dalle quali la Russia bombarda le città ucraine».
Ora,sta boicottando l’azione di governo con richieste insensate proprio mentre il governo stesso è impegnato a far valere i diritti di un popolo occupato senza, con questo, voler contribuire ad accrescere la tensione internazionale e la guerra stessa. In tal senso Draghi ha svolto un’ampia relazione in sede di parlamento europeo. 
Se le scombinate dichiarazioni di Conte restassero nell’ambito nazionale, con lo scopo di accaparrare un qualche voto in più, potrebbero essere anche giustificate; purtroppo, essendo il nostro filibustiere capo del maggior partito italiano in parlamento, la sua voce viene ascoltata in tutto il mondo e sicuramente giunge molto gradita alle orecchie di Putin, il quale si starà fregando le mani nell’osservare il ventre molle dell’Italia, visto che, sulla scia del filibustiere, si pone anche il cazzaro verde Salvini, entrambi manovrati da un tal Marco Travaglio, il bilioso. In definitiva, il nostro Giuseppe scarica gli ucraini aggrediti ingiustamente e marcia al fianco di Putin.

Si prenda il caso del termovalorizzatore con il quale Roma recupererebbe energia, smetterebbe di mettere in discarica o esportare rifiuti e, dotando il nuovo impianto di sistemi di cattura della CO2, consentirebbe di ridurre le emissioni di gas.  Roma respirerebbe. 
Il nostro Giuseppe non lo chiama termovalorizzatore, ovvero trattamento di rifiuti per ricavarne energia, ma inceneritore.  
Si fregano le mani tutti coloro – tanti – che, finora, hanno lucrato sui rifiuti senza risolvere mai il problema.

Si prenda il caso del super bonus 110% per ristrutturazione delle abitazioni (anche villette). Tutto il malaffare sta nelle cose, sta nella cifra 110%. Infatti, oltre a prestare il fianco alle iniziative criminali (che hanno trovato terreno fertile nella mancanza di controlli), il costo di efficientamento è più che triplicato perché l’incentivo fiscale (110) elimina ogni trattativa sul prezzo, tanto paga pantalone. 
Ebbene anche in questo caso, Il nostro Giuseppe si schiera a favore del provvedimento così chiaramente assurdo, ponendosi dalla stessa parte di truffatori o malversatori o opportunisti o menefreghisti.

Enzo Carmine Delli Quadri