Orban è un uomo a vocazione “dittatore”, un po’ come tutti quelli cresciuti nel clima torbido dell’Unione Sovietica. Al potere dal 2010, ha trasformato l’Ungheria in una democrazia illiberale, con i suoi uomini che controllano i ministeri, i tribunali, i teatri, le università, gli ospedali, i giornali. Attorno, tutta una pletora di consulenti e imprenditori da fare invidia ai peggiori manovratori di risorse pubbliche del mezzogiorno d’Italia (posso dirlo, da meridionale).

Una serpe in seno all’Europa. Forte della norma che prevede che ogni decisione europea venga presa all’unanimità, utilizza il suo veto non in funzione di una migliore politica comune, ma solo e soltanto per ricattare e ottenere vantaggi personali per sé e i suoi amici oligarchi. 

Si muove come quei personaggi che hanno la passione del pizzo.

Ultimamente, sta speculando sulla guerra in Ucraina come una iena vicino a una carcassa. Il mondo Occidentale decide di sanzionare la Russia per la sua gravissima, inaccettabile, insopportabile violazione del diritto internazionale. Lui, in amicizia con Putin, lui no, lui pone veti, e le decisioni tardano a passare o vengono bloccate. Lo fa per ottenere più soldi dal PNRR (soldi del piano europeo di rilancio dell’economia ancora per lui congelati per lo stato di diritto da lui violato), per essere esentato dal blocco che vieta di prelevare petrolio dalla Russia ed eventualmente rivenderlo, per ottenere esenzioni dalle sanzioni a favore di quel Patriarca Ortodosso, tal Kirill, che santifica le armi e benedice Putin perché distrugga l’Ucraina considerata satanista.

Ce n’è abbastanza perché l’Europa cominci seriamente a pensare di fare a meno dell’Ungheria, restituendola alla zona di influenza di Mosca. Orban e Putin si somigliano in tutto. Meglio stiano insieme. Tra loro possono intendersi. Prende piede, conseguentemente, l’idea di fare a meno dell’Ungheria. Se del caso, l’Europa adotterà le ritorsioni contro Mosca a 26, senza l’Ungheria, un passo verso l’addio; inserirà dazi sul petrolio che l’Ungheria, in barba al blocco,  vorrà continuare a importare dalla Russia; continuerà a tenere congelati i soldi del Pnrr.

Piccoli dittatori, vissuti alla corte dell’Unione Sovietica, non hanno i valori e la cultura illuministica occidentale. Loro continuano a vivere di nostalgiche romanticherie legate alla Grande Madre Russia e amano combattere guerre medievali per acquisire un pezzo di terra. Meglio se ne stiano lontano.

Enzo Delli Quadri