Ma è possibile che un uomo normale possa attaccare l’Europa proprio mentre questa, tra mille difficoltà, è alle prese con una chiarissima aggressione della Russia al mondo occidentale? Pare possibile? Per uno che è normale non è possibile, a meno che non sia impregnato fino al midollo di ideologia. Per uno come Matteo Salvini che normale non è, è possibilissimo. Infatti, ha già convocato lo stato maggiore della Lega a Via Bellerio per domattina, due ore prima che inizi lo spoglio delle comunali, con il dato dei referendum ormai acquisito. Non è il quorum sulla giustizia o il sorpasso della Meloni a monopolizzare la riunione. Il vertice leghista si ritroverà  per affrontare un ordine del giorno incredibile:“L’Italia sotto attacco”, vittima della Bce e dell’Unione europea, di Francoforte e Bruxelles. Fortuna che è lunedì 13 giugno, Sant’Antonio da Padova. Il Santo dei miracoli, patrono delle cose e cause perdute.

Spiazzato su tutti i fronti, ammaccato da mille intemerate e azioni riuscite malissimo, Salvini ritorna sul palcoscenico per inscenare una nuova commedia all’italiana che rispolvera il peggio dei nostri caratteri: dire tutto e il contrario di tutto, dimenticare quello che si è detto ieri, contraddirsi, per poi ricontraddirsi per poi ricontraddirsi ancora, stando sempre sull’onda dell’emotività del momento, strumentalizzando un fatto, un episodio, una situazione. Mai con una politica coerente che guardi al futuro, tenendo conto del passato, ancorandosi a una strategia. Mai

Per cui continua con la sua propaganda becera fatta di quotidianità, e già da oggi, di fronte alla crisi personale che sta attraversando, si porta avanti con il lavoro, torna all’antico e rispolvera un grande classico: l’Unione europea matrigna.Quando la Banca Centrale Europea dice ‘non vi compro più i titoli di stato’, e la Borsa perde il 5 per cento in un giorno, quando l’inflazione sale al 7 per cento mi sembra evidente che l’Italia sia sotto attacco…”, dice visitando il Salone del Mobile. Tornato euro-scettico, Salvini dimentica persino il PNRR.

Eppure solo un anno fa esibiva la svolta europeista, sognando per la Lega un futuro alla Merkel. “Noi siamo in Europa, i nostri figli crescono in Europa. Siamo d’accordo con Draghi, con lui possiamo stare in Europa a testa alta”, diceva. Ora, invece, rivede lo spettro del default provocato da Francoforte, “Vorrebbero fare dell’Italia una nuova Grecia portandosi via il ‘malloppo’“. Dimentica, Salvini, o manipola o non sa che tutte le borse mondiali hanno perso valore a causa della guerra e di altri motivi oggettivi, e in tutto il mondo esiste una inflazione in crescita, dall’8% in USA al 19% in Russia. 

Dimentica, Salvini, per non affrontare il vero problema della Lega: i voti si sono dimezzati e sono tornati al livello del 2013, quelli rimasti oggi sono spalmati su tutto il territorio nazionale, non sono più concentrati al Nord. E in città come Verona, Como e Alessandria, il partito di Giorgia Meloni potrebbe superare il Carroccio aprendo una faglia nel cuore del radicamento nordista.

Per questo Salvini torna a via Bellerio, e lo fa all’insegna di un anti-europeismo che è in netta contraddizione con la partecipazione al governo. Strizza l’occhio agli elettori nordisti come ai tempi in cui definiva l’euro “una moneta criminale“.

Qui, di criminale, c’è solo il suo atteggiamento da mercante della politica, da bottegaio della politica, da trafficante della politica.