La foto che ritrae Draghi mentre parla al telefono nei saloni del museo El Prado di Madrid, è il segno della povertà politica dell’Italia. Tratteggia un momento storico per il Mondo (Nato rafforzata con l’ingresso di Finlandia e Svezia e nuovi sistemi di sicurezza contra attacchi cibernetici russi) e un momento di mestizia, amarezza, avvilimento, scoramento, tristezza, inquietudine per la nostra povera Italia.

Li si festeggiavano risultati inimmaginabili fino a qualche mese fa, cui ha contribuito con determinazione il nostro Draghi, qui da noi emergeva la nostra debolezza congenita con governi sempre esposti all’ultimo refolo di vento, che vacillano per beghe casalinghe mentre davanti a loro passa la storia.
Miserevolmente, Conte e Salvini, usciti malmessi dalla tornata elettorale amministrativa, hanno innestato il pilota automatico e minacciato di uscire dal governo, esponendo il governo stesso a figuraccia internazionale per mancanza di serietà, affidabilità, coscienziosità, responsabilità. L’uno, lamentando di essere malmenato da Draghi (quando in effetti è maltrattato e umiliato dal suo garante Grillo); l’altro ponendo questioni particolari e speciose che nulla hanno a che vedere con lo stato di salute o benessere del popolo italiano.
Figure, quelle di Conte e Salvini, decisamente pietose prese da tanta agitazione politica non per i problemi della gente ma per la dimensione molto più piccola di problemi di potere interni ai partiti. Se non ci fosse la questione del terzo mandato per i parlamentari Cinquestelle, forse non ci sarebbe stata né la scissione di Di Maio né la discesa a Roma di Grillo, con conseguente strattonamento mediatico del comico. E se non ci fosse una sotterranea ma evidente contestazione della linea del segretario dentro la Lega, non sarebbe bastato un ddl sugli spinelli a fargli dissotterrare l’ascia di guerra.
E questo è.
Enzo Carmine Delli Quadri