Uno dei massimi dirigenti socialisti della prima repubblica, rispondente al nome di Rino Formica, diceva che la politica è sangue e merda. Come dire che ad essa andrebbero sacrificate anche dignità, lealtà e reputazione. Può essere, ma credo che a tutto ci sia un limite. Limite dettato in parte dai suddetti comportamenti e sentimenti ma soprattutto da una senso di realtà della politica con la P maiuscola.

È risaputo che, con il maggioritario previsto dal sistema elettorale in vigore, eleggeremo 368 parlamentari dando fiducia a una singola forza politica, sia essa il PD o la Lega o Italia Viva o altra. Ma saremo anche chiamati a eleggere parlamentari che si candideranno nei 232 collegi uninominali dando fiducia non alla singola forza politica ma a una coalizione di forze politiche.

Orbene, dignità, lealtà e reputazione vengono calpestate dal patto di ferro siglato da Letta sul maggioritario con Fratoianni e Bonelli, gente che, oltre ad avere idee opposte alle sue, si è schierata contro il governo Draghi negandogli ripetutamente la fiducia. Come possano i simpatizzanti di Calenda o Tabacci o Renzi votare per Fratoianni è una idea che può frullare solo nella testa di Letta. Altro che sangue e merda, qui si tende a far incrociare due parallele e a buttare la Politica, con la P maiuscola, in una discarica. Non si va al governo di una Nazione solo contro qualcuno, ma soprattutto per attuare il proprio programma frutto di idee identitarie. Che senso ha mettere insieme i contrari per vincere il 25 settembre 2022 e, il giorno dopo, ritrovarsi con un governo costretto a muoversi tra i marosi delle diverse visioni della società?

Letta in coalizione con gli antidraghiani Fratoianni e Bonelli

L’idea alta della Politica dovrebbe portare a lottare per le proprie idee, investendo soprattutto sul futuro, e non rabbattarsi sul presente nella melma delle contraddizioni solo per una falsa putrida vittoria.