Enzo Delli Quadri
Inutile girarci intorno. I fatti sono incontrovertibili: i ministri di Italia Viva, seguendo le indicazioni del loro segretario Matteo Renzi, si dimisero dal governo giallo-rosso Conte 2 e aprirono la strada all’attuale Governo Draghi. Ed è stata la fortuna dell’Italia. In Economia, la produzione nazionale è cresciuta più che in altri paesi europei (+6% nel 21 e +3,4% nel 2022); la credibilità internazionale italiana è indiscussa; l’occupazione è arrivata a livelli che non si vedevano dal 1977; sono stati evitati scostamenti di bilancio che avrebbero aumentato il debito pubblico sulle spalle dei giovani; infine, nonostante pandemia, difficoltà economiche, guerra in Ucraina, è stata assicurata la pace sociale.
Ma Draghi non ci sarà più (avremmo potuto averlo come Presidente della Repubblica ma sciamannati come Berlusconi, Conte e Salvini dissero no) e, nonostante tutti i richiami alla sua agenda politica, sul futuro dell’Italia peserà oltremodo la nostra incertezza politica che metterà a rischio la crescita del nostro Paese.
Servirebbero “coesione sociale e coesione politica”; sarebbe necessario riaffermare la credibilità acquisita dall’esecutivo Draghi, anche per poter fare tutte le riforme, “senza vincoli” da parte dell’Europa; sarebbe necessario essere responsabili e avere un minimo di coscienza morale e civica.
Purtroppo, stiamo già assistendo ad una campagna elettorale costruita 1.sulle contraddizioni più spinte o 2.sulle promesse impossibili.
Nel primo caso, basta ascoltare il PD per entrare in una casa a mille specchi dove c’è il nucleare che sparisce a favore della natura incontaminate e riapparire subito dopo, idem per armamenti (si/no) o per le alleanze internazionali (Nato si, Nato no) o per lo sviluppo economico (crescita/decrescita felice)
Nel secondo caso, basta ascoltare Berlusconi o Salvini per apprendere di aumenti in busta paga per tutti e di diminuzioni, sempre per tutti, delle tasse, come dire che sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno.
