Enzo Delli Quadri

Il Centro Destra

È sotto gli occhi di tutti il disfacimento morale e fisico del Patron delle TV di Madiaset, il cavaliere Silvio Berlusconi: da una parte, una età che consiglierebbe l’immersione totale nella contemplazione dell’universo, in attesa della grande imminente dipartita; dall’altra, una proposta politica, vecchia come lui, che pesca nella peggiore tradizione politica italiana, quelle delle promesse o irrealizzabili o propedeutiche a un debito pubblico insostenibile per molte generazioni future.

Sono inconfutabili le continue pretese di superamento della legalità finanziaria della Lega di Matteo Salvini: da una parte, si chiedono continui condoni o, in alternativa, la rottamazione delle cartelle esattoriali; dall’altra, si chiedono continui scostamenti di bilancio (aumento del debito pubblico) un po’ per vedere l’effetto che fa (lo disse Draghi quando, a fronte di una ipotesi di sforamento di 30 mdi per fronteggiare la pandemia, Salvini rilanciò: ce ne vogliono almeno 50, così, a sensazione), sempre e comunque per accontentare gli appetiti dei suoi elettori, facendo pagare il conto a chi onestamente paga le imposte.

Sono note le simpatie di Giorgia Meloni per regimi europei al limite del democratico, come Ungheria, Polonia o per personaggi europei che hanno in odio l’attuale Unione Europea, come la francese Le Pen o il fautore della Brexit, l’inglese Nigel Farage o per un personaggio americano che si è distinto per temperamento chiaramente anti democratico come il reazionario Trump.

Un quadro che si compone solo per desiderio di potere e occupazione delle istituzione a favore di se stessi, di interessi collaterali e categorie sociali già ampiamente premiate dalla vita. Un quadro politico che dovrebbe portare a riflettere, visto che di centro c’è veramente poco.

Il Centro Sinistra

Di fronte a questo quadro che non può non impensierire e sul quale mi auguro che molti vorranno riflettere; insomma, di fronte a questo quadro che potrebbe e dovrebbe essere facilmente contrastato, il centro sinistra si presenta ancora una volta con il suo volto di forza politica divisa e disgregata, scomposta e disunita, a causa del predominare di una casta post comunista (la famosa Ditta), la quale fa e disfa a suo piacimento ogni minimo accenno di riformismo, distruggendo personalità e caratteri e correnti politiche al primo loro accenno di preminenza. Questo fenomeno, dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, è ricorrente. Il PCI, dopo quella famosa data, si mise una maschera cosiddetta democratica e ricorse a formule politiche per mettere insieme la loro forza de sinistra, altra moderata e altra di convenienza modificabile, al bisogno. E la storia dimostra come la casta comunista, con questa metodologia di aggregazione, abbia, sempre, sbranato ogni possibilità di riformismo: è successo con Craxi, con Prodi, con Rutelli e Veltroni, e soprattutto con Renzi. E’ di questi giorni lo sforzo di aggregazione tra una forza «de sinistra» “PD, Fratoianni e Bonelli”, una moderata con Calenda, una più di convenienza con Di Maio. Ancora una volta, vince l’attrazione “de sinistra” e Calenda viene fatto fuori con la ridicola giustificazione della inaffidabilità di Calenda. Anche qui, come nel caso del centro destra, di centro c’è quasi niente.

Le due coalizioni

Le due coalizioni,  centro destra e centro sinistra, si sono alternate al Governo dell’Italia fin dal 1994 con l’avvento della Seconda Repubblica. Sappiamo il disastro che hanno combinato. Sappiamo come nel 2011, entrambe le coalizioni, a seguito di un fallimento dello Stato a causa delle loro azioni, chiesero a gran voce  che il Tecnico Mario Monti prendesse in mano l’Italia per portarle fuori dalle secche del fallimento. Lo osannarono finché gli convenne. Sistemati i conti, accantonarono Monti e ripresero i loro traffici fino a una nuova situazione di disastro. Ed ecco che, nel 2021, tutti chiamarono il nuovo salvatore, Mario Draghi. Anche in questo caso, sistemate le questioni più importanti, dicono a Draghi di farsi da parte.

Ora basta 

Non credo che l’Italia meriti ancora queste sceneggiate. È il momento di fare una scelta di forze competenti, concreta già dal 25 settembre, senza attendere che una delle due coalizioni faccia danni per, poi, chiamare il Draghi di turno.