Enzo C. Delli Quadri
Paura e ignoranza, questa è la miscela esplosiva che porta 75 mila persone a manifestare a Praga per protestare contro il rincaro delle bollette ma anche contro la Nato, l’Unione europea e l’Organizzazione mondiale della Sanità, in un rigurgito nazionalistico (prima i cechi) di stampo “rosso-bruno”, che pesca nel ricordo nazista e nell’imperialismo di Mosca. Il tutto, contro le democrazie occidentali.

La manifestazione in Piazza San Venceslao a Praga, peraltro, è nella mente di un settanta/ottantenne un pugno nello stomaco: proprio a Praga, in quella piazza si dette fuoco, morendone, Jan Palach per protestare contro l’occupazione della Cecoslovacchia condotta con i carri armati sovietici, identici a quelli utilizzati da Putin nel tentativo di occupare l’Ucraina. La stessa piazza dove il compianto Vaclav Havel entusiasmava le folle quando il suo Paese conquistò la libertà con la “rivoluzione di velluto” contro le miserie, le aggressioni, la ferocia militare dell’Unione Sovietica.

Non è difficile notare le assonanze con il nostro mondo italiano, rappresentato, nell’occasione da Lega e M5S: stessa impostazione, anche se meno manifesta, più mascherata, contro i vaccini, contro la Nato, contro l’Europa, con strizzatine d’occhio neanche tanto nascoste a Putin in Russia e a Trump in America. Senza dimenticare altre formazioni frastagliate ma agguerrite come le liste anti-euro, anti-Ue e anti-Nato, da Italexit di Gianluigi Paragone a Italia sovrana e popolare di Marco Rizzo e Antonio Ingroia, a Unione Popolare di De Magistris.
Aprendo completamente il sipario e togliendo il velo a ogni ipocrisia, osserviamo una singolare ma non inedita commistione di partiti comunisti alla Rizzo, finti progressisti alla Conte e movimenti di estrema destra alla Salvini e Paragone, slogan ultranazionalisti e cospirazionismi no vax che può riassumersi in un fascio rossobruno che tiene insieme l’antiamericanismo e il filoputinismo “di sinistra”, con l’ostilità ai profughi, la paura della guerra, la convinzione che non sia necessario sacrificarsi, neanche un pò, per salvare la democrazia.

Tutto questo fa pensare che il nazi-bolscevismo non è mai morto e che il popolo, sotto gli effetti della paura e convinto di non dover rinunciare a niente, dovendo a tutto pensare un fantomatico Stato, voglia ancora una volta affidarsi ad esso.
Il 25 settembre, non è in gioco un semplice rimpasto di governo; il 25 settembre sapremo se esiste ancora la ragione o se prevarrà un sentimento suicida.
Povero Jan Palach .