Leggere di Giuseppe Conte come il padre degli ultimi, manco fosse Che Guevara, è esilarante. Da avvocato d’affari a neo-comunista con un odio perverso verso Mario Draghi, fomentato e alimentato da Marco Travaglio, andrà in parlamento senza alcuna possibilità di fare checchessia: non essendo alleato con nessuno, non potrà mantenere alcuna delle sue promesse. L’unica cosa certa? Percepirà stipendi da favola (almeno 22.000 euro al mese) per scaldare la sedia o girare a vuoto per l’Italia.
Se la posizione di GiuseppeConte, da avvocato d’affari a neo-comunista è esilarante, quella di Enrico Letta è incomprensibile, inconcludente, contraddittoria. Nel suo discorso fatto ieri a 600 suoi candidati alle prossime elezioni, ha detto: “Per fermare la destra ed evitare il rischio democrazia c’è solo il voto al Pd”. Proprio il giorno prima, però, aveva detto: “La democrazia non è a rischio se vince la destra”.
Scusa #enricoletta, il rischio c’è o non c’è?
Messo da parte questo aspetto, Letta, prima scarta l’accusa di fascismo, subito dopo attacca sul presidenzialismo.
E non finisce qui. Il PD ha modificato la Costituzione facendo sfracelli (basti ricordare il casino del titolo 1 che ha creato una contrapposizione malefica tra Stato e Regioni, ora si lamenta se qualcun’altro vuole modificarla. E che é? La Costituzione è di proprietà del PD?
Poi insiste sul voto utile, e qui altra contraddizione. In queste elezioni non esiste il voto disgiunto. Il Voto a Letta va anche a Fratoianni e Di Maio, senza altra possibiltà. Da una parte, Letta si fa carico del metodo e della credibilità di Draghi, dall’altra si carica di gente che odia Draghi e la sua politica.
E ancora, si lamenta di questa elegge elettorale, la denincia come pericolosa, inadatta, tragica. Eppure, udite udite, la legge non fu imposta da Renzi, come vuol farci credere; la legge da tutto l’attuale gruppo dirigente del PD, da Forza Italia e dalla Lega, speranzosi di spartirsi il bottino. E non sinisce qui perchè, nominato Segretario, Letta non ha mai posto il problema della legge elettorale, anzi, quando si cominciava a parlare di modificarla a favore di un proporzionale puro, come riporta anche l’Huffington Post, andò da Fabio Fazio in tv per dichiararsi un sostenitore del maggioritario, in discontinuità con l’approccio su cui si stava lavorando. Lo disse e lo ridisse anche ad Atreju, sollecitato dalle domande di Vespa, perché, insomma, lo avevano capito anche le creature, l’idea era un patto implicito con la Meloni: Draghi al Colle, poi ci giochiamo la partita sul voto utile con la legge esistente. Ed eccoci qua, patatrac. Parafrasando Aldo Tortorella, raffinato dirigente comunista, “è rimasto vittima delle sue macchinazioni”.
#enricoletta sta sereno.