Enzo C. Delli Quadri
Enrico Letta passerà alla storia come un incapace sia a governare che a dare consigli.
Tralasciando tutti i trascorsi noti ai più, dopo la caduta del governo Draghi dovuta a Giuseppe Conte con il supporto di Lega e Forza Italia, Letta, se avesse avuto capacità politiche, avrebbe potuto fare tre cose.
1. raggruppare, stante la legge esistente, tutti i parti non di destra, da Renzi a Fratoianni, in un accordo di tipo elettoralein contrapposizione alla destra. Sarebbe stata una coalizione con contraddizioni politiche interne non dissimili da quelle che esistono dentro la destra.
2. coalizzare PD M5S e altri in un programma omogeneo di sinistra, oppure
3: coalizzare PD Azione Italia Viva e altri in un programma omogeneo in continuità con l’agenda Draghi.
Non è stato capace di fare niente di tutto questo, eppure aveva 3 le possibilità.
Ora si ritrova praticamente da solo in un piccolo campo, piccolo e disomogeneo, che sta con Draghi e contro Draghi, per i rigassificatori e contro i rigassificatori, per il reddito di cittadinanza e contro il reddito di cittadinanza, per il nucleare e contro il nucleare. Un piccolo campo senza identità.
Come reagisce?
- Prima si scaglia contro la legge elettorale mentendo spudoratamente nell’attribuirla a Renzi. Mente sapendo che Renzi aveva in testa altro, ovvero un modello istituzionale in cui i cittadini sceglievano sulla base di un ballottaggio come per i sindaci. La sua legge elettorale si chiamava Italicum; purtroppo, fu spazzata via dal no al referendum. Quando si capì che non c’era più la possibilità di fare la riforma costituzionale, Pd Forza Italia e Lega votarono una legge che l’allora capogruppo dem alla Camera Rosato sottoscrisse come primo firmatario (da qui Rosatellum), ma è una legge su cui la fiducia non la mise Renzi, la mise Gentiloni iscritto al Pd. E la ministra che in aula disse “pongo la questione di fiducia” era Anna Finocchiaro, iscritta al Pd anche lei.
- Poi se ne esce fuori con il voto utile. Sa benissimo che per un terzo si vota all’uninominale, e lì non c’è storia contro la destra; viceversa per due terzi si vota nel proporzionale e i voti sul proporzionale sono decisivi per mandare una pattuglia di persone in grado di fare la differenza: E il voto utile sta solo nel votare, nel proporzionale, candidati di Azione e Italia Viva certi che quel voto va in supporto a una politica chiara e definita, quella di Draghi. Peraltro, una pattuglia di una quarantina di parlamentare di Azione e Italia viva può determinare una non vittoria della destra e riportare Draghi a capo del Governo Italiano. Il voto al PD, di contro, porterebbe in parlamento anche forze come Verdi e Sinistra Italiana che si contrappongono a questa possibilità. Che voto utile è?