Si accapigliano per la poltrona di segretario del PD. Una pletora di candidati ciascuno con una visione confusa di cosa debba essere il PD.

E sembra assurdo ma pare che in quel partito nessuno colga il fatto storico che la divisione del mondo tra socialisti e liberarli non esiste più, sparita, evaporata. Oggi le divisioni o meglio le distinzioni passano tra città e zone interne, tra vecchi e giovani o meglio ancora è più precisamente tra modello democratico-liberale se pure fortemente corretto per affrontare le questioni irrisolte – eguaglianza, ambiente, diritti –, e il populismo che di volta in volta si integra con il giustizialismo, il sovranismo e l’autoritarismo.

Il PD purtroppo continua ad essere imbrigliato in quel compromesso storico di Berlinguer tra PCI e DC e li stancamente esaurirà le sue energie malamente utilizzate per tentar di Mettere insieme l’avvocato Giuseppe Conte, nuovo Masaniello del reddito di cittadinanza nel meridione, e il pragmatico Carlo Calenda che fa breccia a Milano.

A scegliere, non sarà capace e frittata sarà