Qualcuno di voi che mi conosce penserà che io sia impazzito. Prima di giungere a tale conclusione, seguitemi. Oggi è in vigore un provvedimento, voluto dal Governo Renzi nel 2014, chiamato APP18. Consiste nel riconoscere ai ragazzi, al compimento del 18.mo anno di età, un bonus di 500 euro da spendere in libri, teatri, concerti, mostre. È chiaramente un invito ai giovani ad acculturarsi, frequentando luoghi di spettacolo, librerie, musei. È stata considerata valida da diversi paesi europei che l’hanno subito adottata in tutta la sua estensione: soprattutto, senza differenze di classe sociale.
Invece, la Meloni cosa fa? Intende riservare questo bonus solo a ragazzi appartenenti a famiglie con basso reddito. In altri termini, e in concreto, la Meloni trasforma un diritto universale alla cultura, senza alcuna differenziazione, in un sussidio alla povertà.
Orbene, a parte il fatto che tra le famiglie a basso reddito vi sono anche milioni di imprenditori, commercianti e professionisti che, evadendo alla bello e meglio, presentano redditi inferiori a quelli dei loro dipendenti, e comunque molto bassi, non appare costituzionalmente valido il concetto di creare una sostegno pubblico alla cultura riservato ai poveri e ai “cosiddetti” poveri, dicendo al resto della popolazione: createvi un cultura privata per conto vostro. Perché, estrapolando il concetto, si può immaginare che, anche per scuola, università, sanità, la Meloni abbia in testa lo stesso concetto: scuola pubblica, università pubblica e sanità pubblica solo per famiglie a basso reddito. Gli altri si creino le loro scuole private, le università private, una sanità privata. Il risultato sarebbe una Italia spaccata in due classi immerse in un sistema tra il comunista e il liberista, foriera di guai molto grossi. Verrebbero favoriti, da una parte, i “cosiddetti” poveri, dall’altra, multinazionali e imprenditori voraci fornitori di istruzione e sanità privata. Invece di creare interazioni e integrazioni, il progetto della Meloni creerà divisioni e conflitti. Meloni comincia ad apparire meno conservatrice e più populista liberal-comunista, un pò Evita Peron. Vuole piacere a tutti. Finirà per non piacere a nessuno,
