Enzo Delli Quadri
Lo fece nel 2001, promettendo l’aumento delle pensioni a 1 milione di lire all’anno; lo ripeté nel 2018, sempre promettendo l’aumento delle pensioni a 1.000 euro al mese.
Ora Berlusconi sta promettendo, dopo quasi 12 anni, la stessa cosa, stessa canzone, stesso disco rotto. Sempre la stessa fantasiosa ricetta, foriera di danni al bilancio dello Stato e di danni al Senso Civico che dovrebbe permeare una società. Un governante onesto dovrebbe preoccuparsi di alimentare quel Senso Civico e non di conculcarlo, calpestandolo con forza.
Danni al bilancio dello Stato.
Berlusconi ha governato per quasi 9 anni (il I° dal 1994 al 1995; il II° e III° dal 2001 al 2006, con breve rimpasto nel 2005; il IV° dal 2008 al 2011). Nel 2001 promise l’aumento a 1 milione di lire al mese, ma mantenne la promessa solo per gli ultrasettantenni, lasciando a piedi tutti pensionati under 70 anni. Nel 2008 ci provò con la promessa di portare la pensione a 1.000 euro al mese ma la promessa svanì per tutti, causa la precaria situazione economica, provocata da lui stesso. Infatti il debito pubblico schizzò in avanti in modo esponenziale e il rapporto tra debito e pil esplose da 105% a 125%.
Oggi si ripresenta con la ricetta dell’aumento di tutte le pensioni fino ad almeno 1.000 euro al mese. Un disco rotto, che, anche adesso come nel 2008, può sfasciare definitivamente i debiti dello Stato. La tabella che segue (fonte INPS – osservatori statistici dell’ottobre 2021 riferiti al 2020) ci dice che sono oltre 5,3 milioni i pensionati che hanno una pensione inferiore ai 1.000 euro lordi mensili, di cui 1,6 milioni con meno di 500 euro. L’aumento dovrebbe essere di almeno 500 euro per chi ne guadagna già oggi meno di 500 e di circa 250 ero per chi si trova tra 500 e 100. Mediamente l’aumento dovrebbe essere, per i 5,3 milioni suddetti di circa 400 euro mese. In un anno la maggiore spesa è quantificabile in più di 27 miliardi di euro all’anno (400*13*5,5 milioni). E questo è il fatto materiale.
sesso/classi euro | totale | fino a 500 | fino a 1.000 | fino a 1.500 | fino a 2.000 | oltre |
maschi | 7.729.862 | 786.143 | 1.127.229 | 1.464.524 | 1.584.676 | 2.767.290 |
femmine | 8.311.340 | 1.042.121 | 2.401.690 | 1.965.648 | 1.303.231 | 1.598.650 |
totale | 16.041.202 | 1.828.264 | 3.528.919 | 3.430.172 | 2.887.907 | 4.365.940 |
Nota bene: ogni pensionato percepisce 1,4 trattamenti pensionistici per cui il numero dei trattamenti pensionistici sono oltre 22 milioni
Danni al Senso Civico della società
Qui torna a proposito Giorgio Iannicelli di cui al a titolo. L’ho conosciuto negli anni 65-70 del secolo scorso. Più giovane di me di una decina d’anni, operava nel settore dei controlli dell’Italgas, a Roma. In concreto, ispezionava, con i colleghi, le gallerie del sotto-suolo romano per la verifica puntuale della tenuta delle tubature del gas. Un lavoro stressante, pesante, condotto in luoghi umidi e scarsamente salubri. Non so esattamente quanti anni abbia passato li sotto. So che per 40 anni ha lavorato sodo, spaccandosi la schiena. Ora è in pensione. Il suo trattamento supera i 1.000 euro al mese ma non arriva a 1.500. Una pensione sudata!!! Come lui, in queste condizioni si trovano altri 3, 5 milioni circa di pensionati. Di contro, i pensionati che oggi percepiscono meno di 1.000 euro al mese, sono 5,3 milioni circa, per lo più soggetti di pensione assistenziale a fronte della quale c’è mancanza di versamento di contributo. La mancanza di versamento è dovuta, in parte, a periodi di inattività non imputabile al pensionato, ma, in gran parte, è dovuta a dichiarazioni fasulle, evasioni, scelta voluta di non versamento.
Ora, con che faccia, si propone di aumentare le pensioni a chi ha evaso, maneggiato, volutamente scelto non versare i contributi, e di lasciare invariate quelle di chi come Giorgio Iannicelli e milioni di suoi colleghi hanno onestamente operato e contribuito al sistema previdenziale. Con che faccia, con che coraggio?
Sfasciare i conti, può anche essere solo un fatto materiale e, incidendo solo su questioni vili come il denaro, rimanere tale, ma sfasciare il senso civico, come già avvenuto nel 2001, è cosa che incide profondamente sulla coscienza delle persone e sulla credibilità del sistema italiano nel suo complesso.
