(nella Foto, Qin Gang, già ambasciatore negli USA e ora nuovo Ministro degli Esteri della Cina)
Il Financial Times ci fa sapere, attraverso un servizio cui ha lavorato per settimane, che la Cina si sta allontanando pian piano dalla Russia. A dimostrazione di questa tesi, ha elencato una serie di indizi.
Il primo riguarda Le Yucheng, viceministro degli Esteri, massimo esperto dei rapporti con la Russia e considerato un candidato alla nomina a ministro. A giugno Xi Jinping, il Timoniere incontrastato della Cina, lo ha invece silurato, degradandolo di due posizioni nella gerarchia mandarina ed esiliandolo come vicedirettore dell’amministrazione della radio-tv.
Il secondo è connesso al primo nel senso che, al posto di Le Yucheng, Xi Jinping ha promosso alla carica di ministro degli Esteri Qin Gang, 56 anni, già ambasciatore presso la sede diplomatica di Washington. E si da il caso che Qin, in questi anni tesi e drammatici, ha cercato di mantenere sempre aperto il dialogo con gli americani, anche con gesti simbolici come la partecipazione attiva ad eventi americani oppure selezionando opportunamente frasi per una comunicazione che non legasse la Cina solo alla Russia. Una di queste frasi dice: «La nostra nazione è legata al mondo» (faceva parte del discorso di fine anno pronunciato dal primo ministro cinese Xi Jinping). Infine, come nuovo ministro degli esteri, Qin Gang sta preparando un viaggio di Xi Jinping a Washington.
Il terzo discende a cascata dal secondo: non è un caso che con l’arrivo di Qin Gang, nuovo ministro degli esteri a Pechino, anche il portavoce degli Esteri, Zhao Lijian, distintosi fin qui come «capobranco dei lupi» impegnati in una guerriglia con l’Occidente (e in particolare con gli americani), è stato allontanato per ricoprire altro incarico minore.
Diceva Agatha Christie: «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova». Ebbene, i tre indizi ci sono per evidenziare l’esigenza della Cina di non rompere definitivamente con l’Occidente, anche perché gli abbracci con Putin, il fallimento della linea Covid Zero, l’autoisolamento cinese negli ultimi anni hanno danneggiato l’immagine e l’economia della seconda potenza del mondo. Xi avrebbe dunque deciso di aggiustare la rotta. Peraltro, fonti cinesi hanno confidato al suddetto giornale britannico che a Pechino si sono convinti che «Putin è pazzo» e che la sua Russia uscirà dal pantano ucraino ridotta a «una potenza minore».