Non riesce a star fermo un minuto, Matteo Salvini. La sua intemerata arroganza di intervenire su ogni più piccola questione che possa compiacere l’elettorato non gli consente di prevedere il casino in cui sommerge il suo partito, le sue alleanze, l’Italia intera.

Chi segue le sue iniziative politiche avrà sicuramente in mente tutti gli strafalcioni politici che lo hanno fortemente ridimensionato in termini di credibilità, in primis, la richiesta di pieni poteri mentre era al governo nel Conte I del 2018. Ma il tonfo elettorale, dal 31 all’8% non lo porta a più miti consigli. Dopo aver sabotato Conte e Draghi, ora è la volta della sua alleata Meloni.

Il caso ultimo è quello delle accise sul carburante. Nessuno nell’esecutivo si immaginava che oltre a un maestoso strascico di polemiche si portasse dietro anche il primo sciopero contro la squadra di Giorgia Meloni proclamato da una delle categorie considerate meno distanti dalle istanze del centrodestra. Un bel capolavoro. E giustamente la premier è infuriata, costretta, com’è stata, a presentarsi quasi a reti unificate per mettere una pezza a quello che Salvini aveva combinato. Perché proprio dall’intemerata arroganza di Salvini, di mettere bocca su tutto ciò che può portare a un voto in più, è nato il caso. Un fedele compagno di partito di Giorgia la mette così: “È nera con Salvini, è lui che è partito in quarta con la storia della speculazione; si vuole inserire nel dibattito ma non è assolutamente in grado di gestirlo”.

Infatti, parlando di speculatori, Salvini ha scatenato l’indignazione dei benzinai, tanto che i sindacati di categoria hanno denunciato “l’ondata di fango contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità”, comunicando che incroceranno le braccia dal 24 al 26 gennaio. Il presidente di Assopetroli-Assoenergia, Andrea Rossetti si è subito schierato a favore dello sciopero puntando il dito contro “le molte improvvide esternazioni di autorevoli esponenti politici e di governo a seguito della mancata proroga dello sconto accise”. Come a dire che sono state  le intemerate di Salvini all’origine della mobilitazione.

Il cazzaro Matteo Salvini ha colpito ancora.