Finché il governo Meloni si muove nel solco tracciato da Mario Draghi, nessuno osa o può osare opporsi. Non esistono argomentazioni valide per operare diversamente. In quel solco c’è tanta serietà, competenza, interesse nazionale:
1. c’è la cautela nella gestione dei conti pubblici che ha evitato gli sbandamenti della stagione gialloverde del 2018;
2. c’è il collocamento senza riserve dell’Italia nel fronte che sostiene e aiuta l’Ucraina contro gli invasori russi, nonostante l’alto tasso di filo putinismo che circola nel Paese;
3. c’è la continuità nell’affrancare totalmente l’Italia dalla dipendenza energetica da Mosca;
4. c’è la consapevolezza responsabile che i soldi dei contribuenti vanno spesi con oculatezza per aiutare chi è davvero in difficoltà senza caricare illimitati debiti sulle generazioni future. Di conseguenza, le scelte sul Reddito di cittadinanza e sul Superbonus sono il segnale che si vuole dire basta all’ideologia del «gratuito» e dello «Stato bancomat» che dilagava con i grillini al governo, continua a dilagare nel loro programma e lambisce pericolosamente il PD della Schlein.
Questo percorso, al di là di sfumature propagandistiche, consente al Paese Italia di procedere a testa alta e a difesa di tutte le generazioni e di tutte le classi sociali.
Purtroppo, le forze politiche che appoggiano il governo Meloni, a cominciare da quella maggioritaria di FdI, sentono il bisogno di prendere le distanze da quel solco di serietà, ci si sentono ingabbiati, vogliono affermare una identità, temendo di perdere il contatto con il loro elettorato, e cosi facendo, sbarellano, caracollano, sbagliano i tempi e i modi, fino a vaneggiare. I casi che si sono accavallati, dalla nascita del governo, 5 mesi fa, sono tanti: l’aumento del tetto ai contanti a 10.000 euro, poi ridotto a 5.000; esenzione dalle multe per gli esercenti che rifiutavano pagamenti elettronici inferiori a 60 euro, poi scomparsa; deroghe ai balneari, ora rimesse in discussione; eliminazione della legge sulle torture carcerarie, ora ripensata e rimodulata; il rifiuto del MES, sic et semplicità, ora ripreso e rimesso in discussione tra mille ripensamenti; confusione tra utero in affitto inaccettabile e i diritti dei bambini da tenere in massimo conto; autonomie regionali differenziate che preludono alla secessione delle regioni ricche; e altri ancora.
Presi a sé stante, i casi summenzionati possono apparire marginali rispetto ai principali summenzionati all’inizio dell’articolo. Purtroppo, stante anche l’azione delle opposizioni tesa a fomentare scontento e disprezzo piuttosto che a fare proposte serie, essi determinano un clima di scarsa coesione del Paese o della Nazione, come s’usa dire ora.
Sarebbe utile che le forze di maggioranza trovassero una quadra più attenta a creare un buon clima di cooperazione nazionale e che le forze di opposizione non rimettessero le stesse questioni alla piazza.