Credo sia ora di finirla di affrontare il problema dell’immigrazione in modo ideologico del tipo: “l’Italia agli italiani” in contrapposizione a “i deboli vanno aiutati”. Occorre prendere atto che l’immigrazione o l’emigrazione sono fatti naturali che nessun muro può fermare. Si possono regolare ma non fermare. Agiscono come l’acqua che defluisce nei diversi contenitori, a seconda della pendenza. Pertanto, occorre che tutti la smettano di sventolare bandierine di partito e affrontino il problema in modo pragmatico, guardando a questi dati:
- negli anni 70 del secolo scorso nascevano 1.200.000 bambini all’anno; oggi ne nascono meno di 400.000;
- per una visione miope dei governati degli anni 60 del secolo scorso, il nostro sistema pensionistico è un sistema retributivo e non a capitalizzazione. In estrema sintesi, nel sistema a capitalizzazione, ogni lavoratore accumula i suoi contributi e ne usufruisce al termine della vita lavorativa (cosi avveniva prima del 1968). Nel sistema retributivo, chi lavora versa i contributi a favore di chi è in pensione. Se non interverranno fatti significativi, tra pochi decenni, l’Italia dovrà affrontare una situazione disastrosa in cui un lavoratore dovrebbe mantenere un pensionato. Rapporto 1 a 1;
- sono stati conteggiati, al 1° gennaio 2022, 5.193.669 immigrati. Laddove lavorano in chiaro e non in nero, aspetto essenziale, contribuiscono significativamente a che quel rapporto sia superiore all’unità. Chi arriva in Italia in larga maggioranza è giovane e quindi non accede a strumenti di sostegno al reddito o a prestazioni pensionistiche. Calcoli della Caritas ci dicono che gli immigrati versano allo stato oltre 9 miliardi per imposte, tasse e contributi; gliene ritornano 3 per sanità, scuola, sicurezza:
- le economie ricche hanno tutti molti migranti. Anche noi abbiamo l’esigenza di coprire la domanda di lavori medio bassi da Nord a Sud con gli stranieri.
In definitiva, l’immigrazione è un fatto positivo, sia dal punto di vista sociale, per una equa presenza nella società di giovani, adulti e vecchi, sia dal punto economico, per una salvaguardia del sistema pensionistico e del sistema produttivo del paese. Non può essere frenata con muri o divieti irragionevoli o per motivazioni di ordine pubblico. Un paese come l’Italia deve saper trovare la giusta strada e il giusto equilibrio tra esigenze socio-economiche ed esigenze di sicurezza.