Nessuno nega che il 25 Aprile sia stato il giorno della liberazione da una dittatura disastrosa per gli effetti perversi che creò con il suo nazionalismo ottuso e le sue leggi disumane (su di essa solo nostalgici disinformati possono dare un giudizio positivo).

Per essa si batterono, con eroismo, comunisti e socialisti (partigiani rossi), liberali e democratici (partigiani bianchi) , ma se ne sono appropriati in modo irritante e inverecondo, con dimostrazioni di arroganza e di sopraffazione inaccettabili, i comunisti, prima, i rivoluzionari svagati e distratti del 68, dopo, e una sinistra arcobaleno, infine.

A chi non ha vissuto quel tempo e non lo ha studiato, va detto che furono quei partigiani “bianchi” ovvero i liberal democratici e non quelli rossi a porre le basi per la vittoria elettorale, nel 1948, della democrazia, sconfiggendo le ambizioni dei partigiani rossi di consegnare l’Italia all’allora Unione Sovietica di Stalin. Per la grande occasione di dare all’Italia un volto democratico si prodigarono anche la chiesa con le sue parrocchie. Questo valse una famosa frase di un glorioso partigiano “bianco”: “meglio una “messa” al giorno (con i preti) che una “messa” al muro (con Stalin)”.

Tutto questo per dire che festeggerò il 25 Aprile ma, con l’amaro in bocca, se dovessi assistere ancora una volta allo spettacolo indecoroso di una sinistra che mira ancora una volta ad appropriarsi di una cosa che non è solo sua.