Il Ministero del Turismo guidato da Daniela Santanché ha utilizzato una versione 2.0 della Venere di Botticelli per la promozione turistica delle bellezze d’Italia. La campagna è stata denominata “Open to meraviglia”. Ne è venuta fuori una cosa insulsa e ridicola:

In primis, sul piano della lingua, “Open to meraviglia”  che roba è ? che lingua è?  A parte il fatto che suona malissimo, utilizza quella forma linguistica tanto avversata dal suo partito, alla faccia dell’italianità.

A seguire, c’è la denuncia di Massimiliano Milic della casa di produzione Terroir films il quale, su Facebook, evidenzia come il video della campagna promozionale sia in effetti un insieme di riprese stock (immagini scaricabili gratis o a basso costo da apposite piattaforme online), di una cantina slovena, spacciate per immagini dell’Italia. il video sarebbe in effetti recuperabile su Artgrid, piattaforma straniera. A girare la clip risulta essere stato il regista olandese Hans Peter Scheep, alla faccia sempre dell’italianità.

A finire (non manca nulla in questa sceneggiata di cattivo gusto) interviene Chiara Ferragni. L’imprenditrice ha sottolineato come la Venere di Botticelli, scelta per la prossima campagna voluta dalla ministra Daniela Santanchè, somigli molto a lei, in una foto del 2020.

La campagna promozionale scelta dal Ministero guidato da Daniela Santanché, così zeppa di falsi e cattivo gussto anche linguistico, è costata 9 milioni di euro. Alla faccia dell’italianità e degli italiani.