Giorgia ed Elly sono talmente lontane tra di loro da essere l’una l’opposto dell’altra, senza alcun punto di contatto, come due facce di una moneta, legate tra lor solo per l’appartenenza allo stesso Paese di appartenenza che ripone, distrattamente, in loro la speranza di un futuro migliore. Anche nell’aspetto fisico, nello stile e nella storia, Giorgia ed Elly sono all’opposto e finiscono per incarnare le divisioni su cui si basa la società.

Questo le rafforza nella loro leadership, in quanto è impensabile che l’elettorato dell’una possa riversarsi in quello dell’altra. Ma tutto questo, oggi,  fa il bene dell’Italia? La risposta è no. Non è con la contrapposizione totale che si risolvono i problemi. L’ostilità per gli “altri”, da una parte,  e l’attaccamento al “noi”,  dall’altra, ha semmai l’unico effetto di alimentare i messaggi di odio e l’aggressività del linguaggio. Possono solo scaldare i cuori delle tifoserie fino a indurirli e renderli impermeabili.

La vera Politica, per il bene del Paese, passa attraverso il buon senso, la capacità di mettere da parte interessi particolari per un interesse superiore, il compromesso, la buona volontà a riconoscersi avversari e non politici. Non a caso, i migliori risultati politici sono stati raggiunti con i governi tecnici di Monti e Draghi, supportati dalla maggioranza dei partiti italiani di destra e sinistra e di centro. Oggi, a leggere i media o a guardare i talk show, sembra di assistere a una continua campagna elettorale fatta di aggressione, ignoranza e falsità, con i conduttori in prima linea a creare incidenti o percorsi dibattimentali che portano inevitabilmente alla scontro.

Domani è il 25 aprile. Sarà un giorno di dibattito improntato al senso civico per l’importanza della data oppure l’occasione per altre dosi di veleno che, per vari motivi, già tanto scorre nelle vene degli italiani?