Stamattina, Sebastiano Messina ha evidenziato come i grillini abbiano, infine, dimostrato la loro totale incoerenza politica, la loro incongruenza di pensiero e di obiettivi, salvo un’accozzaglia di idee affastellate alla meglio secondo la moda del momento: Giancarlo Cancellieri è entrato in Forza Italia, Luigi Di Maio non è più in Impegno civico, Alessandro Di Battista ha aperto Schierarsi, Barbara Lezzi e Nicola Morra si sono inventati Equa, Federico Pizzarotti è presidente di +Europa, Emanuele Dessi ha appena fondato Noi («contro il neocolonialismo imperialista della Nato»), Dino Giarrusso marcia ai cortei col Pd.

A tutto questo si aggiungono i trasformismi, oramai non più calcolabili se non stando molto attenti,  di cui è stato ed è interprete Giuseppe Conte. Ieri, dimentico di tutto il profluvio di insofferenti dichiarazioni che hanno individuato nell’attuale destra il peggio della politica italiana da rimuovere e cancellare al più presto, Giuseppe Conte in una intervista alla stampa, ha elogiato Giorgia Meloni per la sua lettera al Corriere della Sera, in cui parla di destra incompatibile con il fascismo!! Sic. Oh perbacco. Basta una lettera per fargli cambiare idea? Evidentemente, Giuseppe Conte, dimostra ancora una volta che, lui, di idee non ne ha. Solo così si spiega come siano stati possibili le sue oramai infinite svolte:  è entrato in politica, nel 2018, assumendo immediatamente l’incarico di capo del governo, senza nessuna esperienza precedente. Ha trovato del tutto lecito e normale accordarsi con la Lega di Salvini, offrendo le sue conoscenze legali per la scrittura dei decreti sicurezza in polemica quotidiana con il Pd, salvo, poi,  accordandocisi per un governo di sinistra pronto a polemizzare quotidianamente con la Lega. Successivamente ha appoggiato il Draghi, e convintamente ha votato l’invio di armi a Kiev. Quando ha temuto che Di Maio potesse rovinargli la festa, ha fatto cadere il governo Draghi con la scusa del termovalorizzatore di Roma. Nella nuova veste ha abbracciato la bandiera del pacifismo e ha deciso che l’Italia debba abbandonare l’Ucraina al suo destino, basta, quindi, con l’invio di armi. Ieri, come un fulmine a ciel sereno, si è avvicinato a Giorgia Meloni, con tanti complimenti per la sua lettera al Corriere della Sera, dimentico che Meloni è la più convita sostenitrice dell’Ucraina. 

Pare che Giuseppe Conte, nei suoi ripetuti trasformismi, ami il gioco dell’oca per tornare al punto di partenza, pronto per un altro giro e per altri incomprensibili inciuci.